Alessia Piperno arrestata in Iran
Riguardo alla vicenda della nostra connazionale arrestata in Iran, le informazioni sono ancora frammentarie ma si può provare a fare una prima analisi, partendo da quello che sappiamo.
Intanto, una premessa: il tema del muoversi, per lavoro o diletto, in aree a media od alta conflittualità è sempre estremamente attuale ed una scarsa o nulla attenzione verso questo argomento, può generare problemi serissimi.
Sembra che il nostro paese non possa fare a meno di cittadini che con i loro comportamenti si espongono a rischi enormi, costringendo il MAE ed i nostri Servizi di Intelligence a dei veri e propri miracoli, pur di riportarli sani e salvi in Italia. Accade da decine di anni e sembra quasi impossibile invertire la tendenza.
Chi scrive ebbe occasione quasi quindici anni fa di preparare una relazione per il Copasir, in materia di contenimento del rischio di sequestro al quale sono esposti turisti e cooperanti. Il tempo passa, ma ben poco sembra essere accaduto in termini di sensibilità dei singoli rispetto a questo tema.
La vicenda della signorina Piperno racchiude in se, stando ad una serie di informazioni rese pubbliche, ovvero a quanto ne sappiamo sinora, la quintessenza di ciò che non va fatto, una volta arrivati in un paese come l’Iran, posto che in un luogo così, sarebbe utile non recarvisi per nessuna ragione, a meno che un viaggio in quel posto non si renda indispensabile per motivi di lavoro, specialmente in un momento come questo, nel quale sono in corso tumulti e le Forze Sicurezza sono sul piede di guerra.
Possiamo iniziare l'analisi, partendo dal fatto che la nostra concittadina ha un cognome che, in Iran, avrà verosimilmente fatto vibrare le antenne dei servizi di sicurezza locali. Si tratta di un paese che prende terribilmente sul serio qualsiasi tipo di minaccia, o supposta tale, come è in questo caso, alla stabilità ed alla sicurezza interna, con un atteggiamento che rasenta la paranoia. Questo bisognerebbe non dimenticarlo mai. È plausibile che la nostra connazionale sia stata attenzionata dal momento stesso nel quale ha fatto richiesta di visto turistico.
Una volta entrata nel paese, la Piperno avrebbe postato commenti riguardo alla rivolta in atto. La storia è piena zeppa di episodi relativi a turisti che hanno passato guai seri per motivi analoghi, e rammentarsene dovrebbe essere una abitudine irrinunciabile.
Esistono paesi, contesti sociali, nei quali l’approccio alla comunicazione ed alle tematiche interne è considerato un vero e proprio tabù oltre che una imperdonabile ingerenza. Non si può girare il mondo senza partire da questo aspetto.
Poi, proseguendo, una volta scaduto il visto turistico, la nostra connazionale avrebbe chiesto aiuto ad un giovane molto gentile e disponibile, conosciuto da poco, che si sarebbe detto disposto ad aiutarla. Ti affidi ad uno sconosciuto che ti propone di prendersi cura del rinnovo del tuo visto, non immaginando neppure che tanta disponibilità e solerzia potrebbe nascondere altro. Non è da escludersi che in ragione della attenzione posta già in essere da parte dei servizi di sicurezza locali, “il giovane” fosse lì di proposito, proprio per farla cadere nella trappola.
Paesi come l’Iran hanno l'abitudine di utilizzare agenti provocatori, specialmente nella capitale, che hanno come scopo quello di fornire prede ai servizi di intelligence così da poter operare ricatti ai paesi dai quali gli sprovveduti provengono.
Quindi, stando a quello che sappiamo, si tratterebbe di una sorta di “cronaca di una tragedia annunciata”.
Speriamo davvero che in tempi brevi la vicenda possa risolversi favorevolmente per la nostra connazionale, ma restano i dubbi e le perplessità riguardo ad un comportamento che, a voler essere clementi, appare quantomeno irresponsabile