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Attacco al gasdotto in Danimarca. Ipotesi di scenario

Ecco sintetizzati alcuni passaggi chiave per provare a spiegare quanto accaduto nel mare della #Danimarca al gasdotto #northstream2

  • I gasdotti sono infrastrutture strategiche ed in quanti tali, rappresentano insieme agli apparati di difesa di un paese, dei target di primo livello. Il tema non è se attaccarli o meno, ma unicamente, quando, con un tipo di approccio che è solo speculativo.
  • Si tratta, quando si parla di un caso come quello in oggetto, di gasdotti posati a bassa profondità, costruiti non per resistere ad attacchi di tipo militare ma ad eventi naturali di bassa e media gravità. Sono strutture sulle quali si effettuano ciclicamente attività di controllo per verificarne l'integrità e sono dotate di sistemi di sicurezza e di monitoraggio, con tecnologie alla avanguardia in termini strumentali. Attaccarli in maniera diretta e con buone possibilità di riuscita è la questione che ci porta al punto 3
  • Posizionare correttamente esplosivo a profondità intorno ai 50 metri, producendo danni consistenti, è qualcosa che solo un dispositivo militare specializzato in operazioni di questo genere, può portare a termine. Significa infiltrare il personale in modalità occulta, oppure far penetrare un sottomarino senza che venga individuato e forze speciali di Marina o sommergibili sono patrimonio strategico unicamente di uno stato. Ergo, solo uno Stato può aver compiuto una azione di questo tipo, peraltro non particolarmente complessa per personale addestrato e con risorse adeguate, ma quale stato? 
  • L’Ucraina è il primo dei sospettati se non fosse per il fatto che potrebbe non avere la disponibilità di uomini e mezzi utili alla realizzazione di un obiettivo simile. Quindi restano, la compagine occidentale e, gli stessi Russi, sempère che non si voglia prendere in esamen la possibilità di una operazione "false flag".
  • Credo sia difficile immaginare che uno degli stati alleati di Kiev si sia prestato a compiere una azione di questo tipo. Troppi rischi di implicazione diretta ed una concreta possibilità di dare il via ad una incontrollabile escalation militare. Proprio per questo potrebbe non essere così peregrina l’ipotesi di un possibile auto-sabotaggio. Nessuno, o quasi, rischio di essere scoperti, danni tutto sommato contenuti, e la possibilità di dare il via ad una escalation concreta, accusando il nemico, ovvero la coalizione, di aver compiuto un altro, determinante, passo verso la guerra aperta.