Afghanistan: evacuazione e scenari.
Kabul: Evacuazione. Minacce e scenari
Lo scenario di riconquista dell’Afghanistan da parte dei Talebani è in continuo divenire ed i governi, insieme ai loro apparati militari, hanno sul tavolo le differenti opzioni riguardo alla evacuazione dei loro connazionali da quello che, appare ormai chiaro a tutti, diventerà il terreno sul quale si svilupperà l’epilogo, quanto sanguinoso non è ancora dato sapere, della riaffermazione del potere talebano.
Il MAE e Difesa hanno da tempo predisposto le operazioni di uscita dalla capitale del nostro personale diplomatico e di tutti gli italiani che a vario titolo si trovano in città, proponendo anche a chi è nel paese ma fuori da Kabul, di raggiungerla, semplicemente perché qualora ci fossero nostri connazionali ancora disseminati in aree diverse da quella della capitale, potrebbe essere più complicato riuscire ad “estrarli” da quel Teatro. Varrà la pena sottolineare come in termini di “assetti” da dispiegare sul terreno in relazione a questa specifica esigenza, il Ministero della Difesa sia perfettamente in grado di garantire una sicura, rapida e performante evacuazione, qualsiasi sia lo scenario che andrà concretizzandosi. Appare evidente come il progetto di evacuazione si basi su alcuni principi, come la previsione di scenari e l’individuazione di risposte adeguate rispetto alle differenti minacce ipotizzate e che uno dei concetti cardine sia quello dell’agire “in anticipo” rispetto al verificarsi degli eventi, così da scongiurare la possibilità che ci si debba muovere in un contesto nel quale la situazione è degenerata al punto da non poter più essere garantito un livello di sicurezza accettabile.
A tale proposito riterrei sia possibile e sensato ipotizzare uno scenario: i Talebani, che per altro sono sempre rimasti inseriti nei contesti cittadini Kabul compresa ovviamente, semplicemente non palesandosi e nascondendo la loro reale identità e volontà, non credo vogliano perpetrare azioni violente nei confronti dei cittadini occidentali e più in generale stranieri presenti nella capitale afghana. Esisterebbero, pare, in tal senso, accordi e garanzie suggellati da tempo. Ritengo che i loro comandi abbiano ben chiaro il bisogno di apparire come una realtà, capace in qualche modo di rispettare accordi e di mantenerli e sono ben consapevoli del fatto che una vendetta nei confronti degli occidentali e degli stranieri presenti, gli creerebbe più danni che possibili ed eventuali benefici. Non hanno, credo, bisogno di mostrare i muscoli con i governi degli espatriati, avendo di fatto in poche settimane, praticamente resi nulli, se non addirittura ridicolizzati, gli sforzi compiuti dagli occidentali nel tentativo di permettere all’Afghanistan di dotarsi di un esercito degno di tale nome e capace di difendere la pur fragilissima democrazia di quel paese e non trarrebbero alcun vantaggio, qualora decidessero di attaccare sedi diplomatiche o convogli di stranieri in fuga verso l’aeroporto od in movimento verso altri punti di estrazione individuati per abbandonare il paese.
Quello che è tragicamente prevedibile e che in parte sta già accadendo lontano dalla capitale, è che a fare le spese della riconquista talebana del potere in Afghanistan siano e saranno soprattutto i cittadini di quel paese, tutti coloro i quali hanno sperato in un futuro migliore, coloro che ci hanno aiutato e supportato durante il tentativo ventennale di stabilizzazione, le donne ed i cosiddetti soggetti fragili. Certamente saranno loro a pagare il fio della nostra fuga ed a conoscere l’implacabilità della vendetta talebana.
Tutto questo, mentre proprio in queste ore, una delegazione talebana incontr5a i vertici del cosiddetto governo afghano, per trattare i termini di una transizione che potrebbe non essere violenta per gli occidentali, ma che riserverà, temo, un futuro drammatico ai cittadini ed alle cittadine di quel paese.