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Spigolature del 26-02-2022 Ukraina, Nato, intelligence e probabili tragedie.

Spigolature del 26/02/2022

Ukraina, Nato e dintorni.

  • Per consentire al presidente Zelenskiy ed agli ucraini di resistere all’avanzata russa c’è bisogno di rifornirli di sistemi d’arma, di fucili d’assalto, di munizioni, di training e per farlo si rischia un coinvolgimento diretto della NATO e dei paesi confinanti. È un grosso, grosso, problema. Ed è un lavoro che solo l’intelligence e le Forze Speciali possono svolgere, come già fatto ai tempi dell’Afghanistan invaso dall’URSS, rischiando moltissimo, in primis in termini di possibile cattura di propri operativi in zona di guerra e di una conseguente, terribile, escalation. Pensiamo a che formidabile strumento di ricatto costituirebbe per il presidente Putin, la diffusione di immagini che ritraggono operativi occidentali bendati ed a braccia legate dietro la schiena, in ginocchio sul pavimento, in territorio ucraino. Ma questo ci porta, dritti, dritti al punto due.
  • Senza il supporto di informazioni raccolte con sistemi di tecnologia e diffuse ai comandi militari ucraini. Senza l’utilizzo di droni e di sistemi di osservazione satellitare. Senza un adeguato supporto in termini logistici e di approvvigionamento, il secondo step della occupazione russa in Ukraina, ci riporterà tutti agli anni dell’occupazione sovietica della Polonia, ed a un mondo in bianco e nero, ma con internet. Assisteremo ad una guerra che si trasformerà piano piano in una battaglia di resistenza di medio periodo, con “combattenti ucraini” sempre più frequentemente civili, che lanceranno molotov in strada, contro carri armati russi o che combatteranno AK in pugno. In pratica sarà come fare un salto di 50 e più anni indietro e quelli che rischiano di fare la figura peggiore siamo noi, come provo a spiegarvi al punto tre.
  • Non so per quanto tempo l’occidente super muscolarizzato, iper-tecnologicizzato, ultra performante, sarà in grado di non agire. Non so se ai giorni nostri, sarà possibile far scendere sulla tragedia del popolo ucraino, la cappa di silenzio e di oblio che, almeno in parte, calò negli anni sessanta sui combattenti per la libertà che morivano nei territori della cortina di ferro e che oscurò la consapevolezza di buona parte della opinione pubblica occidentale. Non sono sicuro del fatto che, dichiararsi pronti ad intervenire in soccorso di un paese Nato eventualmente coinvolto, significhi lasciar che a pochi chilometri dai confini di almeno due delle nazioni coinvolte nell’Alleanza, si consumino stragi di civili e si torni al terrore di stato, se tale coinvolgimento non avvenisse mai. Sarebbero le stesse idee di occidente e di libertà, ad uscirne terribilmente indebolite, ma qualsiasi tentativo o progetto di supporto strategico o tattico al governo di Kiev, qualora dimostrato, genererebbe l’escalation con conseguenze che vanno al di là di qualsiasi incubo sia stato partorito finora. Ed a generare l’escalation basta pochissimo, come spiego nel punto quattro.
  • Un tiro di artiglieria più lungo di qualche centinaio di metri che scavalca la linea di confine, generato da scontri fra ucraini e russi nei pressi della Romania o della Polonia. Un possibile sconfinamento di caccia russi od alleati lungo le linee di confine, con conseguente ingaggio ed abbattimento. Un lancio di missili in reazione ad un attacco, che genera la tipica situazione nella quale non si sa come sia iniziata ma si sa bene come finirà, cioè in tragedia. Come spiegavo prima, la possibilità che elementi operativi della NATO o russi impiegati in azioni sul terreno, vengano catturati anche solo poche centinaia di metri al di là delle linee di confine e mostrati sui media. Oggi, in Ucraina è molto più importante capire contro cosa non lanciare assolutamente un attacco, piuttosto che il contrario. Perché se il presidente Putin, passatemi la metafora, ha dimostrato di non avere problemi a dimostrare di avere gli attributi e le misure adeguate, è l’occidente che riuscendo ad urlare ossessivamente solo ed unicamente la parola “SANZIONI!!!” rischia di passare come minus-dotato e imbelle e poi, le sanzioni… ma ve lo spiego sinteticamente al punto cinque.
  • Le tanto acclamate sanzioni, non hanno fatto un baffo a ciccio Kim, anzi, ne hanno rafforzato la leadership in un paese che non ha risorse e riserve finanziare neppure lontanamente paragonabili a quelle della Russia e le restrizioni, t e r r i b i l i, vanno avanti da più di un decennio. Come si possa pensare di indebolire Putin ed il suo dominio, in tempi accettabili per la popolazione ucraina ed utili a salvaguardare il buon nome dell’Occidente, per me umile esperto, resta un insondabile mistero.