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Quale lezione trarre dagli incidenti di Napoli e che scenari aspettarsi.

 

Gli incidenti violenti verificatisi pochi giorni fa a Livorno, e soprattutto ieri a Napoli, i primi dei quali si abbia notizia, direttamente correlati alle restrizioni imposte dal governo per fronteggiare la minaccia Covid, sono un forte campanello di allarme. E c’è un altro scenario che dovrà essere fronteggiato a breve altrettanto preoccupante, ovvero quello della minaccia che si verifichino seri problemi e disordini anche peggiori rispetto a quelli visti ieri, una volta che a gennaio sarà sciolto il blocco dei licenziamenti.
Sulla base della analisi dello scenario che si potrebbe delineare nei prossimi mesi e raccogliendo i dati che si evidenziano dalle dichiarazioni dei principali attori del mondo politico e tecnico, appare evidente come vi sia una notevole preoccupazione in termini di tenuta dell’ordine pubblico e della stabilità sociale, avvicinandosi il momento nel quale, d’accordo con le autorità di governo, le aziende potranno tornare a licenziare i loro dipendenti. Questo momento è da individuarsi, appunto, nel prossimo mese di gennaio, a meno che non vi siano ulteriori, ed al momento imprevedibili proroghe.
A tale proposito, varrà la pena ricordare che il ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli, ha dichiarato il 15 ottobre che “non è possibile attuare un ulteriore blocco dei licenziamenti”.
Il governo, spinto anche dalle richieste di Confindustria, è ben consapevole della impossibilità di bloccare il mondo del lavoro e le imprese, protraendo all’infinito lo stop ai licenziamenti.
Confindustria ed i maggiori sindacati nazionali, stimano che tale manovra potrebbe coinvolgere fino ad un milione di lavoratori, creando momenti di grandi tensioni sociali e coinvolgendo decine di migliaia di famiglie.
Le Agenzie di Intelligence, il Ministero dell’Interno, i vertici della Polizia di Stato e delle Forze dell’Ordine, hanno più volte in questo periodo, evidenziato il rischio di forti tensioni e disordini sociali che potrebbero anche sfociare in violente manifestazioni di piazza, una volta che si arrivasse al licenziamento in blocco di centinaia di migliaia di dipendenti di aziende. In particolare modo sono monitorate le intenzioni ed i preparativi che in tal senso starebbero compiendo i gruppi che compongono la galassia della estrema sinistra ed anarco-insurrezionalista ai quali, ieri a Napoli, si sarebbero aggiunti anche gruppi che possono essere ricondotti al tifo organizzato ed alla criminalità. Osservati speciali restano anche alcuni gruppi della destra estrema ed i movimenti Black block che come accaduto in numerose altre circostanze, potrebbero arrivare da paesi europei per alimentare i disordini.
Obiettivi del dissenso violento potrebbero essere i siti istituzionali, i mezzi di trasporto, le sedi commerciali dei grandi marchi e dei gruppi coinvolti nei licenziamenti, gli stabilimenti di produzione, il management aziendale di alto e medio livello, i responsabili sindacali delle aziende.
Alla luce degli sviluppi delle ultime settimane, degli allert lanciati da più parti, della storia del nostro paese che in un passato anche recente ha visto coagularsi intorno alle difficoltà del mondo del lavoro aree di protesta violente ed organizzate, sarà importante monitorare in maniera costante gli accadimenti, evitando di farsi trovare impreparati qualora le proteste e la violenza dovessero minacciare interessi pubblici e minare la stabilità.
Bisogna anche considerare la eventualità che, qualora lo scenario di crisi e di concretizzazione del rischio di diffusa violenza si attuasse, le Forze dell’Ordine potrebbero forse avere difficoltà a garantire tutto il supporto necessario a garantire il controllo delle piazze e nel contrasto ai disordini.
Ed a quel punto potrebbe essere ipotizzabile un ulteriore stretta riguardo alle libertà garantite dalla Costituzione in uno stato democratico come il nostro, che ha già attraversato negli anni settanta, circostanze come quelle che qualcuno ipotizza potrebbero ripresentarsi, se non sarà attuata una gestione attentissima volta all’isolamento delle frange più violente ed una negoziazione concordata con tutti gli attori coinvolti nella dinamica